Raoul Coutard, Esposimetro d’Oro alla Carriera

Raoul Coutard
Raoul Coutard

Il suo nome è accostato a personaggi che hanno fatto la storia del cinema francese come Godard e Truffaut. E per questo motivo Raoul Coutard merita ampiamente l’Esposimetro d’Oro alla Carriera. Infatti, dopo la scelta di assegnare il premio alla Memoria a Marco Onorato, la Giuria della 17^ edizione del Premio Internazionale per la Fotografia Cinematografica Gianni Di Venanzo ha voluto così rendere omaggio alla carriera di un autentico protagonista della rivoluzione stilistica operata nel cinema dalla Nouvelle Vague francese nel periodo a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento.

Il premio sarà consegnato a Teramo, nel corso della serata conclusiva della manifestazione, che si terrà il prossimo 20 ottobre presso il Cineteatro Comunale. Raoul Coutard “…fiancheggiò il giovane Jean Luc Godard in quel processo di rifondazione delle metodologie della ripresa cinematografica dal quale discende il moderno linguaggio filmico. Ma fu anche interprete figurativo dell’altra faccia della Nouvelle Vague, quella più romantica e crepuscolare, fotografando i film di Francois Truffaut…”, come scrive il critico cinematografico Stefano Masi, Presidente della Giuria del Di Venanzo, nel suo Dizionario mondiale dei direttori della fotografia (Le Mani, 2007). Pochi i riconoscimenti ricevuti in carriera alla luce dell’importanza del suo lavoro: un Bafta Awards per le immagini del film “Il marinaio di Gibilterra” (1967) di Tony Richardson e un César per la fotografia di “L’uomo del fiume” (1977) di Pierre Schoendorffer. L’Esposimetro d’Oro del Di Venanzo arriva anche a colmare questa imperdonabile lacuna.

Nato a Parigi il 16 settembre 1924, nel 1945, Coutard parte per l’Estremo Oriente e rimane ben undici anni in Indocina, lavorando anche come fotografo di guerra. Nel 1956 gira il primo film per Pierre Schoendorffer. Tra il 1960 e il 1962, Coutard firmò le immagini dei film che fondarono la poetica del nuovo cinema francese, dal godardiano “Fino all’ultimo respiro” (1960) a “Lola, donna di vita” (1961) di Jaques Demy, dalle commedie truffautiane “Tirate sul pianista” (1961) e “Jules e Jim” (1962) a “Chronique d’une été” (1961) di Rouch e Morin, fino a “La donna è donna” (1961) di Godard. Negli anni Sessanta Coutard firma le immagini di tutti i film di Godard: “Le petit soldat” (1962), “Questa è la mia vita” (1962), “Les carabiniers” (1963), “Il disprezzo” (1963), “Bande à part” (1964), “Una donna sposata” (1964), “Il bandito delle undici” (1965), “Una storia americana” (1966), “Due o tre cose che so di lei” (1966), “Weekend – Un uomo e una donna dal sabato alla domenica” (1967), “La cinese” (1967). Nello stesso periodo, oltre alle prime commedie, firma anche la fotografia di altri film di Francoise Truffaut: “La calda amante” (1964), “La sposa in nero” (1968). Quando Coutard tenta la via della regia si incrina il rapporto professionale con Godard e negli anni Settanta il direttore della fotografia lascia lo stile “Nouvelle Vague” e lavora in film d’azione e thriller: in questo periodo firma due lavori di Costa-Gravas “Z – L’orgia del potere” (1969) e “La confessione” (1970).

Negli anni Ottanta torna a lavorare con Godard firmando le immagini di “Passion” (1982), che ottiene un riconoscimento a Cannes, e di “Prenom Carmen” (1984), premio speciale a Venezia. Importante il suo contributo in “Mosse pericolose” (1985) di Richard Dembo, premio Oscar come miglior film straniero. Tra gli altri cineasti per i quali ha curato la fotografia vanno ricordati anche Philippe Garrel, Francois Reichenbach, Pierre Kast, Jacques Baratier, Philippe de Broca, Jacques Rouffio, Nagisa Oshima, Edouard Molinaro. Nel 1997 Coutard ha ricevuto l’international Award dell’American Society of Cinematographer.