Renato Del Frate , Esposimetro d’Oro alla Memoria

Totò e Marcellino
Una scena di Totò e Marcellino
Col passare dei giorni continuano a venir fuori notizie sul Premio Internazionale per la Fotografia Cinematografica “Gianni Di Venanzo”, la manifestazione teramana dedicata ai maestri della luce, ideata e organizzata dall’associazione culturale Teramo Nostra. L’ambito riconoscimento, l’esposimetro d’oro alla memoria, andrà quest’anno a Renato Del Frate. E’ questa la seconda decisione presa dalla Giuria presieduta dal saggista e critico cinematografico Stefano Masi, dopo quella di assegnare a Luciano Tovoli, che sarà a Teramo il prossimo 29 ottobre, l’Esposimetro d’oro alla Carriera.

Renato Del Frate: nato a Roma il 21 novembre 1910 e morto a Roma il 28 agosto 1962, fu cineasta di formazione realista, coinvolto in missioni documentaristiche in Africa, soprattutto agli inizi, con il ruolo di operatore quasi ufficiale del colonialismo italiano. Iniziò l’apprendistato professionale come operatore di documentari e cinegiornali e apprese da Massimo Terzano, grande direttore della fotografia torinese, le tecniche d’illuminazione in studio. Fece il suo esordio come direttore della fotografia (all’epoca in Italia veniva utilizzata la definizione “primo operatore”) firmando le immagini di due commedie di Raffaello Matarazzo: Il marchese di Ruvolito (1939), sceneggiatura di Eduardo De Filippo anche attore protagonista insieme al fratello Peppino, e L’albergo degli assenti (1939). Nei primi anni Quaranta, dopo la chiusura delle frontiere ai film americani, fu tra i giovani operatori più attivi a Cinecittà. Negli anni Cinquanta si specializzò nella fotografia di film d’avventura a basso costo. Di questo periodo anche commedie di successo come Accadde al commissariato (1954) di Giorgio Simonelli, Totò e Marcellino (1958) di Antonio Musu, con il grandissimo Totò e il piccolo Pablito Calvo.