XV Edizione Premio “Gianni Di Venanzo”

Come al solito è costato tanta fatica, attenzione e dedizione, ma altrettanta gioia e soddisfazione ha saputo regalare. Il Premio Internazionale della Fotografia Cinematografica “Gianni Di Venanzo” ha festeggiato il suo quindicesimo compleanno, un traguardo longevo per una manifestazione di questo tipo che solo la tenacia, la passione e la competenza dell’associazione Teramo Nostra hanno permesso di raggiungere.

 

Il lavoro che questo premio richiede è lungo quasi un anno, dai primi incontri con la giuria, alle chiamate dei vari ospiti e premiati, alla ricerca dei fondi necessari per regalare alla città un evento che porta a Teramo i migliori rappresentanti della cinematografia internazionale e del cinema in generale. Nel 2010, inoltre, si è concretizzata un’esperienza unica nel suo genere che ha aperto un nuovo filone di documentari storici legati alla nostra città. Il docu-film I Gigli del ’44, prodotto da Teramo Nostra e realizzato da PacotVideo con la supervisione dell’autore della fotografia Pino Venditti, in cui si narrano le drammatiche vicende dell’ultimo giorno di guerra a Teramo quando furono trucidati 8 teramani dalle truppe nazifasciste in ritirata, è il primo lavoro di un trittico che condurrà alla realizzazione di un corto su Mario Capuani ed uno su Ercole Vincenzo Orsini, due grandi esponenti della resistenza italiana e teramana.

 

Il Premio “Gianni Di Venanzo”, presentato in conferenza stampa il 6 ottobre, ha aperto come al suo solito i battenti con un occhio alla solidarietà, proiettando delle commedie alla Casa di riposo “De Benedictis”, ed un’appendice storica con le proiezioni di Bronte di Florestano Vancini e Viva l’Italia di Roberto Rossellini, propedeutiche ad un convegno organizzato nei giorni successivi sul 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Estremamente interessanti si sono rivelate due iniziative collaterali, sia dal punto di vista strettamente culturale, sia per aver saputo coinvolgere alcuni giovani artisti locali. Architettura Love Color Music è un progetto, ideato dall’architetto Imeria Centinaro con i DJ Pirupa e Leon, attraverso cui si è voluto comunicare l’importanza del colore nell’architettura attraverso la musica take-house. Ritmo, proporzione, armonia, struttura sono caratteristiche comune sia ad una composizione musicale che architettonica. L’incontro sul cinema privato, invece, ha permesso di far conoscere alla città un settore del cinema in espansione con brillanti cineasti locali impegnati in questa direzione e di stringere collaborazione con Home Movies, associazione bolognese, unica realtà italiana impegnata nella raccolta, digitalizzazione e catalogazione del cinema di famiglia. Questo archivio mette a disposizione di cineasti, appassionati della memoria o documentaristi tale materiale in grado di poter generare un video artistico, creativo e di denuncia come Da una terra di cenere e nebbia del teramano Fabio Scacchioli (con le musiche originali del giuliese Vincenzo Core) o un documentario come Come un canto – Appunti e immagini di un regista dimenticato sulla vita del regista Antonio Marchi o ancora come un video-testimonianza come Sguardi attraverso la cortina di ferro della slovena Anja Medved.

 

Dopo le proiezioni al Cinema Smeraldo, seguite sempre con buona affluenza, altri due eventi culturalmente di spessore. La presentazione del libro di Marcello Martelli A proposito di politica, ci sarebbe qualcosa da mangiare (Totò)? Un libro che vanta la prefazione della figlia del grande Principe della risata, Liliana De’ Curtis, attraverso il quale l’autore ha messo alla berlina la politica italiana che non è molto diversa da quella “mangereccia” raffigurata comicamente nei film di Totò. L’inaugurazione della mostra di pittura Papi Quadri dello storico operatore alla macchina, ma anche artista naive, Claudio Marabito. Numerose opere in cui si denota anche nell’arte pittorica l’impostazione scenica e teatrale dell’autore, con interessanti scene di massa saggiamente colorate e curate nei suoi singoli elementi. Altro appuntamento importante è stato quello con le poesie dialettali di Modesto Della Porta, interpretate da Tommaso Santoro con l’accompagnamento musicale di Edoardo Morricone.

 

L’aspetto storico quest’anno è stato molto considerato dall’organizzazione ed il Premio ha voluto inserirsi nella discussione sul 150° dell’Unità d’Italia, attraverso le due proiezioni precedentemente citate di Bronte e Viva l’Italia, che mettono in luce aspetti diversi del Risorgimento, ed il convegno dal titolo Il Risorgimento nella fotografia cinematografica in cui Vittorio Giacci (critico cinematografico), Valerio Marino (regista e storico del cinema), Adelmo Marino Pace (storico) e Giovanni Di Giannatale (preside Istituto Magistrale  “G. Milli” che ha ospitato l’evento) hanno analizzato questa fase storica del nostro paese, sia dal punto di vista storico che da quello della storia del cinema.

 

Ci si avvicina, così, a grandi passi verso la due giorni al Cine-Teatro Comunale. Venerdì 22 ottobre è stata la volta del concerto della Banda di Montorio al Vomano, diretta dal M° Gianfranco Di Donatantonio, sulle musiche da film con uno straordinario tributo ad Ennio Morricone; al concerto è susseguita la rassegna di corti, presentati da Sara Moschioni tra i quali si sono distinti il documentario su Pietracamela del regista Manetta, il particolare e delirante The great dictators di Maria Crispal, un tributo di Luciano Dolcini, grande amico del Premio, a Federico Fellini dal titolo Poi Qualcuno, il documentario La biodiversità del Parco del Gran Sasso e Monti della Laga di Fernando Di Federico con le riprese di Alessandro Di Fabrizio che si è aggiudicato il primo premio speciale Istituto Zooprofilattico “E. Caporale”, e, a conclusione, La vendetta di Franco Di Domenico, grande regista di cortometraggi teramano che ogni anno regala al Premio un nuovo lavoro, intensamente interpretato da Aniello Senatore. 

 

Il momento clou della manifestazione, è stato raggiunto, sabato 23 intorno alle 17 al Teatro Comunale di Teramo con la Cerimonia di gala e consegna degli Esposimetri d’Oro. I ritmi sono stati scanditi dalla dolcezza e bellezza di Antonella Salvucci, presentatrice da ormai cinque edizioni. Dopo la performance di danza ideata da Musike, sulle note di The End dei Doors, colonna sonora di Apocalypse Now, accompagnati dalla voce della Salvucci e della regia di Gian Franco Manetta, la kermesse è iniziata con gli artisti locali che hanno portato in alto il nome della città di Teramo: Walter Nanni e Giuseppe Caporale per Colpa Nostra, Marco Chiarini (assieme all’autore della fotografia Pierluigi Piredda) per L’uomo fiammifero e Vincenzo Cicconi (PacotVideo) che ha realizzato il doc-film di Teramo Nostra I Gigli del ’44. Molto divertente è stato lo spazio dedicato ai vari attori ospiti, tra cui la bella Martina Pinto, Carola Stagnaro ed Eleonora Mazzoni, il tenebroso Claudio Bigagli. Siparietto a parte meriterebbe il momento dedicato a Pupi Avati, che è stato ad un soffio dall’essere presente, con il fratello e produttore Antonio, gli attori Manuela Morabito (deliziosa Madrina del Premio ) e Nicola Nocella (distintosi per simpatia e spontaneità) che, oltre a parlare di sé e descrivere i propri lavori, hanno reso omaggio al grande maestro del cinema italiano.  Poi vari riconoscimenti alla fotografia come all’instancabile Claudio Morabito, Roberto Forza (Premio Fotografia Fiction TV), Pasquale Rachini (storico autore della fotografia di Pupi Avati). Momenti toccanti ed emozionanti sono stati i tributi a Mario Bertagnin, grande amico del Premio scomparso nell’aprile scorso e a Renato Izzo. Attraverso la figlia e regista Rossella, il Premio ha così potuto offrire un omaggio significativo a tutto il mondo del doppiaggio e dei doppiatori, come lo scorso anno, fu fatto per gli stuntman: due aspetti minoritari ma irrinunciabili del mondo del cinema. Dulcis in fundo è stato bello ed emozionante consegnare gli Esposimetri d’Oro, con le varie clips da sfondo, a Marras e agli assenti di turno, i francesi Fontaine e Champetier, e Emir Kusturica (la sua presenza è sfumata solo alcune ore prima del Premio per impegni improrogabili con la TNSO) che avrebbe dovuto ritirare il premio a Vilko Filac. Dopo più di due lunghe ore e con il pubblico incollato alle poltrone, è arrivato il momento più atteso e già quando ha iniziato a salire la scalinata si intuiva la grandezza, l’umiltà, lo spessore del grande maestro Vittorio Storaro, Esposimetro d’Oro 2010 alla Carriera. Presentato dal Presidente di Giuria Stefano Masi come il “Mozart della cinematografia contemporanea” e come “il più giovane” per ogni strada intrapresa e per ogni premio vinto, il maestro Storaro ha voluto rendere omaggio al “suo” maestro Gianni Di Venanzo ed al Premio della città di Teramo che porta il suo nome. “Ho impiegato 50 anni per conquistare questo premio ed in questo periodo (oltre ai 9 di studio e agli 8 di esperienze varie) ho sempre portato con me la stella di Gianni Di Venanzo, un rivoluzionario dell’illuminazione che ha stravolto la concezione teatrale e statica della luce nel cinema. Questo riconoscimento alla mia carriera chiude il cerchio fra Gianni e Vittorio”.

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